Il cammeo: pietre, stili, cenni storici

Gemma Augustea

L’antica storia del cammeo

Con la parola cammeo si è soliti indicare qualsiasi tipo di pietra dura o conchiglia incisa in rilievo e le sue origini risalgono addirittura al periodo etrusco fenicio quando si era soliti incidere alcune scene della vita quotidiana su una pietra stratificata chiamata sardonica.

Il termine cammeo è stato coniato solo in epoca moderna per indicare questo particolare tipo di lavorazioni e si presumi derivi dal termine arabo gama’il che significa bocciolo di fiore. Il cammeo diventa un oggetto molto diffuso soltanto durante il periodo ellenista nelle corti egiziane e dell’Asia Minore e in particolare si deve ad Alessandro il Grande la diffusione di questo oggetto incastonato in vasi, utensili, stoffe e vestiti.

Durante l’epoca romana la lavorazione del cammeo diventa più precisa ed elegante e gli artigiani prestano particolare attenzione ai disegni e alle finiture. I soggetti preferiti dei cammei risalenti all’epoca romana riguardano i miti ellenici, le divinità mitologiche di Afrodite ed Eros, i tritoni ma non vengono assolutamente rappresentati scene della vita quotidiana e rupestre. Gli imperatori romani usarono i cammei per riprodurre e glorificare la loro immagine creando dei monili e degli utensili di pregevole bellezza.

Durante il Medioevo la lavorazione del cammeo viene quasi completamente abbandonata e solo nel Rinascimento si avrà un rifiorire di questa nobile arte. In particolare in Italia la glittica divenne una vera e propria forma d’arte e in questo periodo furono prodotti cammei eleganti e sofisticati che adornavano le vesti e i corpi dei principi e dei re d’Europa.

La lavorazione dei cammei

La lavorazione dei cammei è un’operazione complessa e articolata che prevede diverse fasi, eseguite da artigiani esperti e confezionati per diventare gioielli di pregevole eleganza e bellezza. L’arte della lavorazione del cammeo viene anche definita glittica e comprende diverse fasi esecutive: scelta della pietra o della conchiglia, scoppatura, sagomatura e segnatura, aggabbatura, incisione e pulizia o rifinitura.

La scelta delle pietre dure o conchiglie è un’operazione minuziosa e complessa, poiché il risultato finale del gioiello dipende soprattutto dalla preziosità dal materiale su cui si lavora.
Nei tempi più antichi si era soliti usare una conchiglia per creare il cammeo o la sardonica, una varietà di onice in cui si alternano strati di colore russo altri più bruni.

Le lavorazioni di lusso invece possono prevedere l’utilizzo anche di pietre preziose come la giada, l’ametista o l’agata che vengono incise per creare monili pregiati e unici. Nella zona di Torre del Greco tradizionalmente si usa il corallo per creare cammei dalle tonalità intense e marcate incastonate in collane di perle e pietre preziose.

Il corallo viene usato per creare orecchini e anelli sofisticati e eleganti da indossare nelle occasioni speciali.

Il cammeo, come tutti i gioielli, necessita di cura e manutenzione per evitare che con il tempo si formi una patina che oscuri la lucentezza della pietra, di conseguenza è necessario spazzolarlo con dell’acqua o sfregarlo delicatamente con della polvere di pomice. Per chi ama il lusso e l’eleganza vintage dei cammei, sono disponibili  creazioni particolari e sofisticate montate su anelli, collane e orecchini.

Tazza Farnese

 

I cammei più famosi della storia

I cammei sono opere di impareggiabile bellezza e alcuni di essi sono ancora oggi considerati delle vere e proprie opere d’arte come la Tazza Farnese un piatto di epoca alessandrina realizzato con delle incisioni su agata sardonica conservata nel Museo di Napoli.

Sempre di epoca alessandrina bisogna menzionare il cammeo che reca l’effige di Alessandro il Grande e di sua madre Olimpia. Un cammeo molto famoso è di epoca romana e viene chiamato Gemma Augustea realizzato su pietra araba d’onice con strati bianchi e bluastri e un fondo molto scuro.

Tra i cammeisti italiani più famosi della storia invece bisogna menzionare il talentuoso artista fiorentino Pier Maria Serbaldi che ha realizzato due cammei di notevole rilevanza: l’effige di Savonarola e un baccanale ora conservato nel Museo del Louvre.

Il fascino senza tempo, la sobrietà e l’eleganza che contraddistinguono ogni cammeo viene sapientemente reinterpretata in chiave moderna dalle abili mani degli artigiani fiorentini che creano gioielli e lavorazioni uniche e particolari.

Cammeo Savonarola

 

cusmano77
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