Perle di fiume e perle di mare: differenze

La perla è un elemento naturale che si genera attraverso diversi processi chimici che avvengono all’interno di un mollusco, più precisamente nell’ostrica. In particolare, essa si genera da un piccolo elemento che si insinua nel guscio, irritandolo. Reagendo alla presenza del corpo estraneo, il mollusco rilascia una particolare sostanza di origine organica chiamata nacre (madreperla), un insieme di micro cristalli di carbonato di calcio allineati tra loro. La particolare struttura del liquido permette il passaggio della luce tramite i processi di riflessione e rifrazione delle onde, i quali producono un vero e proprio arcobaleno. La sostanza viscosa, presente in grande quantità, dunque, avvolge il piccolo oggetto (alcuni studi hanno dimostrato che la perla sia la sovrapposizione di milioni di strati di nacre).
Inoltre, il tipico colore bianco perlato, l’iridiscenza e la forma perfettamente sferica rendono la perla un prodotto estremamente elegante e pregiato. A differenza delle pietre preziose e dei minerali, anch’essi di origine naturale, il processo di creazione di questa gemma avviene sott’acqua, sia essa dolce o salata. Inoltre, a differenza dei diamanti o di altre pietre che devono essere preventivamente trattate da artigiani esperti per essere utilizzate, questo prezioso non necessita di tagli e cure specifiche per essere impiegato in gioielleria.

Perle naturali e perle coltivate: le differenze

Come accennato, generalmente le perle nascono in maniera naturale da un processo chimico. Tuttavia, negli ultimi anni la pesca è stata quasi totalmente abbandonata, dunque, l’uomo interviene manualmente affinché l’ostrica reagisca, generando il prezioso.
Per quanto riguarda le perle naturali, ovvero quelle nate spontaneamente, il corpo estraneo o parassita si insinua al di sotto del manto del mollusco e innesca così il meccanismo di auto-difesa dell’ostrica che produce il nacre. Viceversa, quando si tratta delle cosiddette perle coltivate, anche dette di coltura, queste nascono dall’intervento manuale dell’uomo. Nello specifico, viene inserito all’interno dell’ostrica o di un mollusco comune un corpo estraneo detto nucleo. A questo punto si innesca lo stesso meccanismo di difesa naturale che consente la creazione del nacre. Questo avvolge il corpo estraneo generando la perla. La procedura, scoperta tra il XIX secolo e il XXI secolo, è frutto di uno studio di un team di esperti tra cui il celebre Kokichi Mikimoto che per primo sperimentò la tecnica della coltura della perla. Pur considerando che la coltura permette di abbattere notevolmente i costi, è opportuno sottolineare che esistono varietà di perle coltivate estremamente preziose e ricercate.

Quale tipologia di perle acquistare?

Come accennato, le perle acqua dolce e quelle di acqua salata hanno un valore piuttosto differente. È opportuno sottolineare che, da diversi anni, le perle che si trovano sul mercato appartengono tutte a coltivazioni, con l’unica discriminante dell’ambinete (mare o fiume). Per questa ragione la distinzione non può essere fatta tra perle di origine 100% naturale e perle di coltura, in quanto, la pesca della prima tipologia risulta piuttosto rara.
Per quanto concerne le perle di acqua salata, la tipologia più pregiata è quella denominata Akoya. Queste, presentano un’estrema lucentezza e il massimo lustro tra tutte le perle di coltura. La loro dimensione oscilla tra i 5 millimetri e gli 11 millimetri. Tuttavia, le perle con diametro superiore ai 9,5 millimetri sono piuttosto rare da reperire. La coltivazione delle perle Akoya avviene principalmente in Asia, tra la Cina e il Giappone, dove i maggiori produttori coltivano quasi esclusivamente perle che presentano un diametro di circa 7 millimetri. Questa particolare tipologia, che oscilla tra i 7 millimetri e i 7,5 millimetri, ha un valore di mercato decisamente alto. Dunque, acquistare una collana, un bracciale o un paio di orecchini realizzati con questa varietà comporterà una spesa decisamente importante. Tuttavia, la qualità di questi gioielli è direttamente proporzionale al valore delle singole perle, dunque, molto alto.
In alcuni casi, quando la perla raggiunge o supera gli 8 millimetri di diametro, il prezzo sale vertiginosamente a causa dell’estrema rarità del prezioso. La perla Akoya può presentare il tipico colore bianco perlato, variazioni cromatiche di rosa, avorio e in alcuni rari casi anche di una particolare tonalità di oro.
Le perle di acqua dolce provengono dai molluschi che abitano le acque dolci. Esse sono coltivate generalmente in Asia, più precisamente in Cina. Ciò che caratterizza questa tipologia di perle è l’innumerevole quantità di colorazioni. Le perle di acqua dolce, infatti, non sono unicamente bianche ma sono altresì disponibili in colori pastello, rosa, lilla e pesca. Non solo, ve ne sono anche di più rare di color viola più tenue e più scuro e di nuance più aranciate. Tuttavia, spesso è possibile reperire perle nere, trattate chimicamente per conferirle tale tonalità.
Per ciò che concerne le dimensioni, le perle di acqua dolce variano tra i 2 e i 12 millimetri. In casi rari possono raggiungere i 16 millimetri. Le perle più diffuse misurano in media tra i 7 e gli 8 millimetri.

Gioielli e perle

La perla è da sempre uno delle gemme più utilizzate e apprezzate. Questo accede poiché è sufficiente estrarla dalla conchiglia senza la necessità di praticare tagli o trattamenti come invece accade con le altre pietre.
In passato, alle perle era attribuito un potere magico ma, soprattutto, si credeva che conferissero abilità straordinarie a chi le indossava. Per questa ragione queste sono state impiegate per decorare le pareti di numerosi luoghi di culto. Più in particolare, molte popolazioni tra cui arabi e medio orientali, credevano che le perle fossero gocce di rugiada o lacrime piovute dal cielo. Tuttavia, solo durante la dominazione romana queste gemme si diffusero e i sovrani iniziarono a utilizzarle per decorare i lobi, le dita, il collo e i polsi. L’uso sempre crescente fece impennare i prezzi e nel 1599 numerosi stati europei furono costretti a regolamentarne l’uso. Più recentemente, tra la fine dell’800 e l’inizio del 900, la gioielleria Art Nouveau diffuse l’uso delle perle, spesso abbinate ad altre pietre sia per la realizzazione di collane che di orecchini.
Successivamente, durante i primi anni del 1900, proprio nel momento in cui le perle raggiunsero prezzi molto elevati, un gioielliere giapponese decise di provare a coltivarle per produrne in maggior quantità.
Contemporaneamente cominciarono a diffondersi collane composte da diversi fili di perle, le cosiddette bayadére, ma anche collane molto lunghe composte da un unico filo di perle chiamate sautoirs. Gli anni Venti furono il momento in cui i gioielli realizzarti con le perle conobbero il massimo splendore. In concomitanza di tale evento si assistette alla fine delle perle naturali e all’inizio dell’industria delle perle coltivate facendone così calare notevolmente il prezzo. Il decennio successivo fu un momento d’oro per i coltivatori di perle, infatti, le attrici di Hollywood così come le donne comuni cominciarono ad indossarle sempre più frequentemente. Da quel momento, le perle naturali possono essere reperite esclusivamente tra i prodotti di alta gioielleria.
Nonostante la diffusione della bigiotteria e delle perle realizzate in materiali plastici, queste gemme riscuotono ancor oggi enorme successo tra le donne più eleganti e sofisticate di tutto il mondo.

cusmano77
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